Da Airone - ottobre 98

Intervista di Marco Giovannelli

Perché il titolo "TEEERRA"?

musica.jpg (21299 byte)Con questa mostra intendo fare un omaggio alla terra.

La terra è la materia che lavoro;

di terra sono i paesaggi e le architetture che rappresento secondo un mio stile e una mia interpretazione;

di terracotta sono in realtà i contenitori che raffiguro nella mia ricerca del primordiale.

Le tre E nel titolo "TEEERRA" vogliono esprimere l’emozione di chi, dopo essersene separato, dopo aver viaggiato altrove, dopo aver perso il contatto e la relazione, si stupisce nel ritrovarla all’orizzonte.

E’ una metafora.

Ma penso che questo titolo racchiude molto senso delle mie opere.

Insomma ci si trova finalmente a "casa" (la propria natura) riscoprendo la bellezza della nuda terra.

Se riuscissi a trasmettere al pubblico che visiterà la mostra una parte di questa emozione ............ sarà bello.

Come è suddivisa la mostra?

 La mostra comprende una ventina di pannelli e una dozzina di sculture in ceramica policroma rappresentanti luoghi ed architetture primordiali dove la semplicità, l’essenzialità e il silenzio sono il messaggio.

Con questa ricerca che dura da diversi anni, ho voluto fermare le emozioni più significative vissute in luoghi incontaminati dalle frenesie consumistiche, dove è possibile vivere le aurore del pensiero filosofico interrogandosi sul senso delle cose e dell’agire.

Inoltre presento pannelli di grandi dimensioni raffiguranti "donne del sud del mondo" mentre espongono i prodotti della terra in una situazione statica ma serena.

L’accento qui è posto sul valore della pausa, sul godimento dei frutti del proprio lavoro, sulla relazione rispettosa tra gli uomini........

 

Come si inseriscono nella mostra le due iniziative parallele che l’ACRA ha organizzato?

Ritengo che il tema portante che unisce la mostra alle due iniziative sia : "tavole.jpg (14111 byte) l’incontro con l’Altro ", l’Altro che interroga, che stupisce, che appassiona.......

Il mio impegno nella cooperazione internazionale ha condizionato positivamente il mio vissuto e continua a manifestarsi nelle mie opere dove l’ "ALTRO DA SE" (inteso come persona, luogo, cultura, sensibilità....) è presente come soggetto.

In queste iniziative si parlerà inoltre del "commercio equo e solidale", un tema trattato anche nella mostra con "donne del sud del mondo".

Verrà presentata un’esperienza di interscambio culturale con artisti dell’America Latina che hanno svolto un lavoro di educazione alla pace e alla convivenza democratica in scuole, enti ed associazioni italiane, utilizzando l’arte come mezzo.

Il movimento che ha proposto questa iniziativa è Talamuro di cui sono socio-fondatore.

 

Che cos’è TALAMURO ?

TALAMURO è un movimento artistico internazionale il cui fine primario è utilizzare l’arte per abbellire ed umanizzare l’ambiente rendendolo pedagogicamente attivo.

Per me TALAMURO è stata un’esperienza affascinante che ha dato un significato all’impegno artistico, ponendo il problema dell’arte pubblica come punto di partenza.

 

Che significato ha per te lavorare la terra?

Lavorare con l’argilla per me è molto emozionante.

La terra è calore, l’argilla permette di ripercorrere il primo gesto creativo dell’umanità che spesso facciamo solo da bambini.

Tenendo la creta nelle mani ti senti appartenere alla terra.

L’argilla è una materia che, mentre la si lavora, chiede di essere rispettata e valorizzata.

Occorre cercare di cogliere i tempi e i modi opportuni per modellarla e cuocerla.

Quando si apre poi il forno è sempre uno stupore.

L’argilla è un incontro.

La terracotta è in sé un messaggio che educa al rispetto e all’accoglienza dell’Altro.

Mi piace quando qualcuno tocca le mie opere. Vorrei chiedergli: cosa cerchi? cosa senti?